La sola cosa che potevo fare era offrirvi un’opinione su una questione piuttosto secondaria: una donna, se vuole scrivere romanzi, deve avere soldi e una stanza per sé, una stanza propria”.

Quella che hai appena letto è una frase tratta dal saggio “Una stanza tutta per sé” di Virginia Woolf, scrittrice, saggista e femminista britannica.

Fu una delle figure più influenti del Ventesimo secolo nonché convinta sostenitrice dell’uguaglianza tra i sessi, punto focale della sua letteratura.

Woolf sottolinea come l’indipendenza economica e intellettuale, da sempre negata alle donne, sia indispensabile per l’emancipazione.

Quale migliore occasione del mese dedicato all’Educazione Finanziaria, dunque, per fare il punto della situazione e capire quale sia, oggi, il rapporto che le donne hanno con i soldi.

I numeri parlano chiaro: secondo una ricerca di Episteme che porta il titolo

“Le donne e la gestione famigliare”, in Italia a lavorare è meno di una donna su due e il 21% di esse dichiara di non possedere un conto corrente personale, mentre il 63% delle donne dichiara di percepire un reddito nettamente più basso rispetto alle figure di riferimento maschili come il marito o il padre.

La ricerca conferma, inoltre, il significativo divario di genere tra uomini e donne per quanto concerne la situazione economica e la gestione dei risparmi; gli uomini risultano essere più informati e interessati circa i temi economici – finanziari e agli strumenti utilizzati per tenere il bilancio delle proprie spese, hanno maggiori capacità di risparmio e maggior propensione agli investimenti.

Le donne, d’altro canto, esprimono un minor interesse in ambito finanziario e solo il 50% si

dichiara abbastanza o molto competente nella gestione delle proprie finanze.

La situazione si aggrava per le donne che hanno interrotto gli studi dopo la scuola dell’obbligo, in quanto la maggior parte di loro, non possedendo un conto correte personale, si serve di quello del compagno o del marito.

È lecito, allora, chiedersi se in Italia le donne non gestiscono il denaro solo perché non ne guadagnano, o quel poco che guadagnano lo gestiscono in maniera poco corretta, o se bisogna indagare la causa in antichi retaggi culturali.

Il fattore cultura è, in questo caso, parte fondamentale del discorso affrontato: nelle famiglie di un tempo era il solo uomo a occuparsi e ad amministrare le entrate; la donna, nella maggior parte dei casi, si faceva carico del lavoro di cura familiare.

Il tema soldi risulta essere ancora oggi per le donne un tema scomodo e imbarazzante da affrontare, un tabù che le porta, in ambito lavorativo ad esempio, ad accontentarsi di un compenso – spesso non adeguato alle mansioni svolte – per il solo fatto di non saper trattare con il proprio datore di lavoro.

È anche più difficile uscire da una situazione di violenza, se la donna dipende economicamente da un uomo; una donna senza una propria indipendenza o con una scarna cultura finanziaria  è costretta molte volte alla rinuncia dei propri sogni, che siano di natura formativa o professionale.

Cosa possiamo fare, dunque, per essere più consapevoli e per avere il controllo delle nostre finanze?

Iniziare a parlare di denaro è un ottimo punto di partenza!

Eliminare stereotipi culturali e differenze di genere che limitano le donne nel gestire proficuamente le proprie entrate.

Attuare un cambiamento culturale ad ampio spettro, costruendo un sano rapporto con il denaro e dando un valore economico alle nostre conoscenze e alle nostre esperienze lavorative, chiedersi dunque: “Il contributo che porto, vale quanto pattuito? E se so di valere molto di più, perché non discuterne”!

Conoscere gli strumenti per una gestione efficace delle entrate e dei risparmi, come fondi pensione e PAC.

E ancora, leggere, informarsi e formarsi attraverso letture, conferenze, contenuti social e ricerche, per alzare un po’ di più l’asticella dell’alfabetizzazione finanziaria.

Ottobre è il mese dell’Educazione Finanziaria, un’occasione per sottolineare l’importanza di costruire una sana cultura finanziaria per scegliere in modo consapevole come gestire le proprie finanze e accantonare i propri risparmi. Libere e felici!

La parità di genere passa anche da questo.

 

Angela Caliò