Un estratto del capitolo “Economia: cosa sta cambiando?” del Libro Human 4.0 la tecnologia per Servizio dal basso verso l’alto, (La Rondine Ed.), oggi più che mai attuale.

Per secoli abbiamo vissuto un approccio all’economia lineare ed estrattivo. Ci siamo comportati come se le risorse fossero illimitate, o che comunque si rigenerassero indipendentemente dalla nostra domanda alla fonte di quella o questa risorsa. Già qualche anno fa, iniziava a vacillare in me, come nel resto del mondo, la presa di quel paradigma che ormai si è compiutamente rivelato per ciò che era davvero, ossia un modello erosivo e dannoso.

Poi abbiamo vissuto alcune consapevolezze nuove rispetto al passato. Abbiamo scoperto che le risorse sono finite, nel senso della finitezza e che anche quelle capaci di rigenerarsi, per farlo hanno bisogno di tempi che non sono compatibili col paradigma estrattivo. Abbiamo compreso che nel sistema chiuso in cui viviamo what goes around comes around, ossia che ciò che mettiamo in circolo, quando ad esempio buttiamo la carta per terra o scarichiamo rifiuti in mare o creiamo ambienti di lavoro oppressivi per le persone, prima o poi ci tornerà indietro, avrà sempre un prezzo. Siamo interconnessi, con tutti e con tutto. (Raccoglierai quello che semini: Salmo 25)

Un sistema chiuso, di risorse finite, dove siamo tutti interdipendenti.

Questo è un passaggio fondamentale, provando a stuzzicare, a provocare, a capire chi davvero possa pensare di poter vivere insostenibilmente in un simile contesto. Urge salto di coscienza e cambio di paradigma.

Credo che vada lasciato un segno.

Nelle nostre aziende dovremmo parlare come si parla dell’impresa di Olivetti. Lui aveva capito che la ricchezza della sua azienda dipendeva dalla prosperità della sua comunità. Non dal mero profitto, ma dalla qualità della vita di chi, a vario titolo, era coinvolto nei destini aziendali. Qualità che diventa quindi attenzione all’altro e alla cura del territorio. Ma cosa manca per ragionare e agire tutti quanti in questa maniera? Si tratta di un livello di coscienza da conquistare, perché nonostante le nuove consapevolezze che si sono fatte largo, tuttora il sistema ci induce a chiederci: ma io che ci guadagno a comportarmi in questa maniera?

Senza conquistare nuovi livelli di consapevolezza, continueremo a rincorrere all’infinito dei problemi da risolvere. Oggi con l’economia circolare proviamo a mettere un freno all’invasione e ai danni della plastica, che a ben guardare è stata introdotta soltanto pochi decenni fa. Inoltre ora abbiamo i problemi del domani da affrontare, come lo smaltimento dei prodotti elettronici. Se faremo un salto di coscienza, cambieremo anche il modo di crearli, i problemi del futuro, prevenendoli in parte, o integrando fin da subito risposte e soluzioni alle problematiche che inevitabilmente dovremo affrontare più avanti. In questo paradigma tutti i nostri talenti, di imprenditori, di lavoratori, di liberi cittadini, saranno anche al servizio della collettività.